Professioni sanitarie, dai test alle iscrizioni: cosa sapere

Quando si parla delle professioni sanitarie, si fa spesso riferimento a vari corsi di laurea triennale, come ad esempio quelli in infermieristica, ostetricia, fisioterapia, logopedia, radiologia, ecc. Attualmente il sistema di istruzione universitaria prevede ben 22 indirizzi. L’accesso a questi corsi non è libero ma soggetto al superamento di un concorso per accedere ad un indirizzo specifico rientrante in uno delle seguenti classi: Professioni Sanitarie Infermieristiche e Professione sanitaria Ostetrica; Professioni sanitarie della prevenzione; Professioni sanitarie tecniche; Professioni sanitarie della riabilitazione. Il test è composto da 60 quiz.

Questi corsi, più di altri della stessa durata, offrono spesso la possibilità di un ingresso rapido nel mondo del lavoro. La prospettiva di un immediato lavoro, può talvolta portare a pensare che, una volta ottenuto il titolo di studio e avviata la carriera professionale, la formazione è terminata. Tuttavia, è importante considerare che nel corso degli anni la domanda di professionisti in questo settore è cambiata. Sicuramente rappresenta un settore ancora molto richiesto come dimostrano i numeri di infermieristica e fisioterapia (tanto per citare qualche indirizzo), anche nel settore delle professioni sanitarie è richiesta una formazione continua. Pertanto, è diventato fondamentale specializzarsi in un campo specifico per accedere al mondo del lavoro in modo più competitivo. Di conseguenza, sono sempre più diffusi i corsi di formazione post-laurea, come i master di primo livello o i corsi di perfezionamento, che consentono ai professionisti di acquisire ulteriori conoscenze e competenze utili nel mondo del lavoro. Inoltre, questi corsi offrono l’opportunità di esplorare nuove possibilità professionali, fino ad allora ignorate. Così, ad esempio, uno studente prossimo alla laurea triennale in fisioterapia, potrebbe valutare l’opportunità di iscriversi ad un master nelle professioni sanitarie al fine di conseguire un master in Posturologia, in Logopedia, in Ozonoterapia, in Audiologia infantile e dell’età evolutiva,  in Management per funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie, in Metodologie Tutoriali e di Insegnamento Clinico, in infermieristica forense, e così via.

Tuttavia, non tutti hanno la possibilità di frequentare corsi di studi post-laurea, soprattutto a causa di impegni professionali, distanze geografiche o semplicemente perché non si riesce a conciliare gli orari di lavoro con quelli universitari. Grazie al riconoscimento da parte del MUR dell’equivalenza legale tra le università telematiche e quelle tradizionali. Questi corsi possono essere seguiti a distanza attraverso piattaforme online, in cui ogni lezione è consultabile in qualsiasi momento della giornata. Un esempio di università telematica che offre questi corsi è l’Università Telematica Niccolò Cusano. Dunque, oggi ogni professionista ha la possibilità di ottenere il titolo di studio desiderato, scegliendo l’opzione più in linea con le proprie esigenze lavorative e/o di vita privata.        

Oltre alla formazione sanitaria, è di fondamentale importanza acquisire le competenze digitali necessarie, come richiesto dal Consiglio Europeo. Pertanto, la formazione digitale nel settore sanitario riveste un ruolo cruciale, poiché consente ai professionisti del settore di adeguarsi alle esigenze richieste sia a livello europeo sia a livello nazionale. Attualmente, la Missione 6 Salute del PNRR, che comprende aspetti come “Telemedicina per un migliore supporto ai pazienti cronici,” “Rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione (FSE),” e “Sviluppo delle competenze tecniche professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario,” rappresentano solo alcuni dei punti tesi a migliorare il sistema sanitario nazionale. Questi sforzi hanno l’obiettivo di ridurre il gap tra la sanità Italiana e quella degli altri paesi europei, soprattutto in termini di competenze dei professionisti sanitari, soprattutto quelle che riguardano la sfera digitale. Senza formazione la Sanità digitale rischia di essere praticamente bloccata.